Cinque lunghe stringhe di suono, frutto di un'intensa
collaborazione dal vivo, incise fra il 2004 e il 2007. Minimali,
eleganti e ipnotiche. Di metallo (sfregato/percosso) e aria. A
testa bassa (Hornbread), in espansione deflagrata. Con il
corpo statico, che s'accende di luci improvvise (in just
intonation). Magnifica, tesa sospensione (Honey
Too). Sfiancante e monotona (Breadman e la sua ombra
Velvet Underground). A perdita d'occhio, in declinazione
Third Ear Band (Dough). Etno giocattolo avant, con
unghie affilate da non sottovalutare (Crust). “Hornbread”,
è lavoro riuscito in ogni sua parte. Per strumenti ad ancia
(tradizionali e autoprodotti) e chitarre elettriche a percussione
(più e-bows). Una meraviglia.